<Credo ancora a questo miracolo che è darsi l'un l'altro, è dare respiro alla vita, darle ancora la gioia di essere “eterna”>
"La mia strada passa per il cuore. Sono figlia di una notte, figlia per caso, figlia inaspettata.… Sono stata imboccata, alimentata, ma non sono stata nutrita,né avvolta dallo sguardo di mia madre. Io, figlia: di chi? Di un destino beffardo, che ha catene fragili ancorate all'amarezza. Sono un'itinerante nell'anima del mondo, incapace di trovare rifugio né protezione alcuna… Io, una bambola, da mettere in mostra, da vestire, da manipolare, inconsapevolmente. Sono una donna oramai, con l'anima di bambina. Mia madre è viva, ma non presente… Siamo madre e figlia, estranee, intolleranti l’una all'altra. Due anime che si sono incontrate per caso, che non si rispecchieranno mai in quei ruoli. Due donne, oggi, che non si congiungeranno mai più al tempo che fu. Sono donna ancora figlia, madre di me stessa. C'è una figura che sento di chiamare “mamma”, colei che mi ha nutrito d’amore incondizionato; è una persona che oggi vive nel mio cuore, per quanto abiti nell'aldilà. Piango ogni volta che ci penso….inondata dal profondo sentimento che mi unisce ancora a lei. Bastasse partorire, essere genitore, per diventare “madre”, non ci sarebbero tanti abbandoni ed anime ambulanti con il cuore bucato per il mondo. Ma se oggi sono in grado di amare, è perché inconsciamente imito lei.
So che guardo ad ogni cosa, con i suoi occhi. E’ lei il mio luogo sicuro, è lei la mia protezione, lo sguardo dolce e benevolo che mi veste ogni giorno e rimbocca le coperte dei miei sogni, veglia al mio fianco ogni mio gesto, ogni passo, che mi separa da “lei”.E spesso mi ritrovo come una lacrima, a scendere, attraverso le stelle come fossero scale, per riuscire a raggiungerla virtualmente... Sono una donna di 36 anni, quasi tutti rincorsi dietro ai miei sogni...ma non me ne pento. Perché, in fondo, ho sempre creduto che i sogni sono la carta d'identità della nostra autenticità...
Per tutta la vita sono uscita dalle regole per cercare la mia anima, quella autentica svestita di formalismi, rigidità, pianificazioni, falsi bisogni ed intime dipendenze,per poter incontrare <l’altro> e la reale e concreta opportunità di Amare, in una parola: per pulsare di vita vera. Non è una cosa semplice, è un po' come un’operazione “chirurgica” che, quanto meno chiede di mettersi “a nudo” e svelarsi per quelli che si è veramente…
Col tempo, ho imparato che si comincia così: Scorticando la corteccia del Sè .
Come tutti i ragazzi della mia età, ho vissuto gli anni migliori sempre incazzata col mondo e con la voglia di cambiare gli altri. E' forse questo il senso dell'assenza che mi porto dentro? Il vuoto mi ha divorato nell'intimo ed è tempo oramai di costruire e non più di demolire,a priori tutto. Mi dicevo: “Per vivere veramente devo smettere di voler riparare il passato.
Smettere di cercare di cambiare i miei genitori, chi mi ha ferito, chi non mi ha mai visto o amato e cominciare ad abitare nell'accettazione della mia propria storia, abbracciare le mie radici, respirare aria di mansuetudine!”
Stavo auto denunciando il mio disagio, lo stavo ascoltando ,con la volontà di porre un cambiamento deciso e definitivo ma, per attuarlo nella mia vita pratica, non dovevo essere precipitosa,piuttosto, impegnarmi ad andare a passo leggero dentro ogni emozione. In realtà, non avevo piena coscienza di ciò che stava accadendo, capii più tardi che quello era solo l'inizio del mio riassetto di connessione fra me stessa e il mondo che mi circondava, e che pian piano avrei abbracciato l'intero universo, senza più filtri ed accettato e “digerito” in modo diverso anche l'inaspettato.
Per prima cosa, per togliere le spine dal cuore, ho cambiato prospettiva, alimentandomi di piccoli gesti quotidiani, che avevano un effetto di balsamo naturale.E' stata una “benedizione” iniziare a battere il ritmo della gioia nell'anima già nelle piccole cose.
Amare il profumo dell’erba e dell’aria pulita,la gioia nel respirare a piene narici, intensamente la sua freschezza nelle sere d’estate, affiancata dalla compagnia di amici. E poi, riempirmi di risate autentiche, confessioni, parole frivole e frasi che sbucano fuori così dal nulla: che piacere immenso!
Credo che la strada per raggiungere una nuova visione, per riscattare la gioia e arginare i disastri, passi necessariamente da qui...
Bere l’alba come una tazza d’acqua sorgiva e fare provviste di tramonti, dare il giusto peso alle voci del mondo ed affrontare con tutta me stessa ogni incognita… È così che si diventa (Grandi)apprendisti di felicità! ..."
"La mia strada passa per il cuore. Sono figlia di una notte, figlia per caso, figlia inaspettata.… Sono stata imboccata, alimentata, ma non sono stata nutrita,né avvolta dallo sguardo di mia madre. Io, figlia: di chi? Di un destino beffardo, che ha catene fragili ancorate all'amarezza. Sono un'itinerante nell'anima del mondo, incapace di trovare rifugio né protezione alcuna… Io, una bambola, da mettere in mostra, da vestire, da manipolare, inconsapevolmente. Sono una donna oramai, con l'anima di bambina. Mia madre è viva, ma non presente… Siamo madre e figlia, estranee, intolleranti l’una all'altra. Due anime che si sono incontrate per caso, che non si rispecchieranno mai in quei ruoli. Due donne, oggi, che non si congiungeranno mai più al tempo che fu. Sono donna ancora figlia, madre di me stessa. C'è una figura che sento di chiamare “mamma”, colei che mi ha nutrito d’amore incondizionato; è una persona che oggi vive nel mio cuore, per quanto abiti nell'aldilà. Piango ogni volta che ci penso….inondata dal profondo sentimento che mi unisce ancora a lei. Bastasse partorire, essere genitore, per diventare “madre”, non ci sarebbero tanti abbandoni ed anime ambulanti con il cuore bucato per il mondo. Ma se oggi sono in grado di amare, è perché inconsciamente imito lei.
So che guardo ad ogni cosa, con i suoi occhi. E’ lei il mio luogo sicuro, è lei la mia protezione, lo sguardo dolce e benevolo che mi veste ogni giorno e rimbocca le coperte dei miei sogni, veglia al mio fianco ogni mio gesto, ogni passo, che mi separa da “lei”.E spesso mi ritrovo come una lacrima, a scendere, attraverso le stelle come fossero scale, per riuscire a raggiungerla virtualmente... Sono una donna di 36 anni, quasi tutti rincorsi dietro ai miei sogni...ma non me ne pento. Perché, in fondo, ho sempre creduto che i sogni sono la carta d'identità della nostra autenticità...
Per tutta la vita sono uscita dalle regole per cercare la mia anima, quella autentica svestita di formalismi, rigidità, pianificazioni, falsi bisogni ed intime dipendenze,per poter incontrare <l’altro> e la reale e concreta opportunità di Amare, in una parola: per pulsare di vita vera. Non è una cosa semplice, è un po' come un’operazione “chirurgica” che, quanto meno chiede di mettersi “a nudo” e svelarsi per quelli che si è veramente…
Col tempo, ho imparato che si comincia così: Scorticando la corteccia del Sè .
Come tutti i ragazzi della mia età, ho vissuto gli anni migliori sempre incazzata col mondo e con la voglia di cambiare gli altri. E' forse questo il senso dell'assenza che mi porto dentro? Il vuoto mi ha divorato nell'intimo ed è tempo oramai di costruire e non più di demolire,a priori tutto. Mi dicevo: “Per vivere veramente devo smettere di voler riparare il passato.
Smettere di cercare di cambiare i miei genitori, chi mi ha ferito, chi non mi ha mai visto o amato e cominciare ad abitare nell'accettazione della mia propria storia, abbracciare le mie radici, respirare aria di mansuetudine!”
Stavo auto denunciando il mio disagio, lo stavo ascoltando ,con la volontà di porre un cambiamento deciso e definitivo ma, per attuarlo nella mia vita pratica, non dovevo essere precipitosa,piuttosto, impegnarmi ad andare a passo leggero dentro ogni emozione. In realtà, non avevo piena coscienza di ciò che stava accadendo, capii più tardi che quello era solo l'inizio del mio riassetto di connessione fra me stessa e il mondo che mi circondava, e che pian piano avrei abbracciato l'intero universo, senza più filtri ed accettato e “digerito” in modo diverso anche l'inaspettato.
Per prima cosa, per togliere le spine dal cuore, ho cambiato prospettiva, alimentandomi di piccoli gesti quotidiani, che avevano un effetto di balsamo naturale.E' stata una “benedizione” iniziare a battere il ritmo della gioia nell'anima già nelle piccole cose.
Amare il profumo dell’erba e dell’aria pulita,la gioia nel respirare a piene narici, intensamente la sua freschezza nelle sere d’estate, affiancata dalla compagnia di amici. E poi, riempirmi di risate autentiche, confessioni, parole frivole e frasi che sbucano fuori così dal nulla: che piacere immenso!
Credo che la strada per raggiungere una nuova visione, per riscattare la gioia e arginare i disastri, passi necessariamente da qui...
Bere l’alba come una tazza d’acqua sorgiva e fare provviste di tramonti, dare il giusto peso alle voci del mondo ed affrontare con tutta me stessa ogni incognita… È così che si diventa (Grandi)apprendisti di felicità! ..."
Puoi trovare questo estratto del Libro pubblicato anche qui